Le persone che subiscono un infortunio sul luogo del lavoro, o sviluppano una malattia dovuta dell’attività che svolgono, hanno diritto a un risarcimento.
Il primo soggetto a cui rivolgersi per ottenere il risarcimento per infortunio sul lavoro è l’Istituto Nazionale Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL). Se l’indennizzo ricevuto dall’INAIL non copre tutto il danno subito, si può agire in sede civile contro il datore di lavoro.
Il danno differenziale: che cos’è?
Il danno differenziale è quel danno che supera la soglia del risarcimento pagato dall’INAIL prevista per i casi di infortunio o malattia professionale, e pertanto deve essere risarcito dal datore di lavoro. Il nome “differenziale” deriva proprio dal fatto che il risarcimento danni per infortunio sul lavoro si calcola sottraendo al totale del ristoro quella parte già risarcita dall’INAIL tramite l’indennizzo.
Il risarcimento dei danni per infortunio sul lavoro in itinere
L’infortunio in itinere è stato inserito con una riforma nel 2000. È un danno di tipo fisico, che la persona subisce nel tragitto da casa a lavoro, o viceversa. Sono inoltre compresi: quando esistono più sedi di lavoro fra cui è necessario spostarsi, il danno subito nel tragitto che la persona compie da una luogo all’altro; oppure, quando non vi è una mensa aziendale a disposizione, nel luogo di consumazione abituale dei pasti (e quindi nel tragitto di andata e ritorno da lavoro).
La Cassazione ha chiarito che sono non risarcibili quei casi in cui l’infortunio è dovuto a un’azione che il lavoratore ha compiuto in base a ragioni o impulsi personali, cioè una scelta puramente arbitraria che si allontana dal pattern tipico del suo lavoro.
La normativa inoltre puntualizza che l’infortunio in itinere deve verificarsi su questo “percorso normale” senza deviazioni anomale.
Il risarcimento del danno per malattia professionale
La malattia professionale è “qualsiasi stato morboso che possa essere posto in rapporto causale con lo svolgimento di una qualsiasi attività lavorativa”. Parliamo quindi una malattia correlata al lavoro, che causa un danno non patrimoniale senza che ci sia una causa violenta.
Esempio di malattia professionale è la silicosi, dovuta a un’esposizione prolungata al biossido di silicio. Ma anche il danno da mobbing rientra in questa categoria. Nel 2004 sono state create tre liste, non esaustive, di malattie professionali a bassa, media e elevata frequenza.
Per il riconoscimento di una malattia professionale è necessaria la diagnosi da parte del medico e in seguito ad essa la denuncia di malattia professionale all’INAIL. Il modulo apposito deve essere compilato dalla persona che fa diagnosi di malattia professionale: quindi il medico di base o il medico aziendale competente al servizio di prevenzione e protezione.
Il risarcimento danni per licenziamento illegittimo
Il licenziamento è legittimo in due casi, previsti dalla legge: per motivi legati alla situazione aziendale, e per motivi legati a un comportamento del lavoratore. Se non sussiste nessuna di queste condizioni, allora il licenziamento è illegittimo: il lavoratore può ricorrere al tribunale del lavoro per ottenere la reintegrazione o almeno un risarcimento.
La procedura di impugnazione, per cui è necessario un avvocato del lavoro, inizia con una lettera al datore di lavoro con cui si comunica come mai si considera il licenziamento illegittimo e che si intende procedere per vie legali. Deve essere inviata entro 60 giorni dalla comunicazione di licenziamento.
Infortunio sul lavoro e risarcimento del danno: quando è possibile averlo?
Per infortunio sul lavoro intendiamo: tutti quegli eventi nel corso del lavoro da cui deriva la morte oppure un’inabilità del lavoratore, per una causa violenta. L’inabilità può essere sia assoluta che parziale, così come sia permanente che temporanea. Se è temporanea, deve comportare l’assenza da lavoro per più di tre giorni.
Deve essere quindi danneggiata l’integrità fisica o psichica del lavoratore.
La responsabilità del datore di lavoro sussiste anche nei casi di negligenza del lavoratore, a meno che il datore non dimostri di aver utilizzato tutti gli strumenti di tutela tramite i quali poteva prevenire l’evento.
Quali danni sono risarciti dall’Inail?
L’INAIL risarcisce i danni derivanti da infortuni e malattie professionali. Questo indennizzo per infortunio sul lavoro è erogato a priori, senza necessità di provare l’illecito del danno subito. Il suo valore cambia in base al tipo di danno: in ogni caso, è stato chiarito che è una “somma idonea” perché il lavoratore possa affrontare le necessità quotidiane.
Come ottenere il risarcimento del danno differenziale con l’avvocato Federica Barbiero
Per ottenere un pieno risarcimento del danno è necessario agire in sede processuale. Il lavoratore deve dimostrare due cose: la prima è di aver subito un danno il cui valore supera quello dell’indennizzo dell’INAIL; la seconda è che questo danno è stato causato da inadempimenti del datore di lavoro.
Sono due elementi distinti e indipendenti.
Il datore di lavoro invece può limitarsi a provare, se necessario, di aver utilizzato tutti gli strumenti di tutela e prevenzione a sua disposizione in quel contesto.
Chi vuole agire in sede legale quindi deve quindi essere affiancato da un avvocato per infortunio sul lavoro e malattia professionale.
Risarcimento per infortunio sul lavoro a Torino – info dall’avvocato Federica Barbiero
Quali danni vengono risarciti dall’Inail?
Nel caso tu avessi subito un infortunio sul posto di lavoro e volessi sapere quali danni vengono risarciti dall’Inail, saresti nel posto giusto. L’assicurazoine Inail, che è obbligatoria per legge, copre ogni incidente che sia avvenuto nel luogo di lavoro, per causa violenta, da cui derivi l’inabilità permanente, permanente o la morte. Ovviamente, nel malaugurato caso in cui il dipendente fosse deceduto, sarebbero i famigliari a ottenere un rimborso.
Come vengono pagati i giorni di infortunio?
I giorni di infortunio non sempre sono pagati unicamente dal datore di lavoro: questi ne è responsabile qualora la prognosi sia uguale o inferiore a tre giorni. Diverso è il caso di una prognosi che prevede un numero di giorni maggiore: in tale circostanza l’onere del pagamento spetta all’INAIL, che erogherà un’indennità del 60% della retribuzione media giornaliera tra il quarto e il novantesimo giorno di infortunio e un’indennità del 75% della retribuzione media giornaliera dal novantesimo giorno fino a quello della definitiva guarigione del lavoratore.
Quanto si prende per un infortunio sul lavoro?
Quando, purtroppo, accade un infortunio sul lavoro ci si può chiedere quanto mai si possa prendere come indennizzo. Innanzitutto per “infortunio” si intende una lesione dovuta ad una causa violenta che determina un’inabilità al lavoro temporanea, permanente o la morte. La retribuzione spetta al datore del lavoro per i primi 4 giorni dall’infortunio (corrispondente al 100% della retribuzione media giornaliera per il giorno dell’accaduto e al 60% per gli altri 3 giorni) e all’INAIL dal quinto giorno in poi (al 60% fino al 90° giorno e al 75% fino alla completa guarigione del lavoratore).
Cosa risarcisce l’Inail in caso di infortunio sul lavoro?
In caso di infortunio sul luogo di lavoro è doveroso chiedersi su chi ricade la responsabilità dell’indennità e cosa risarcisce l’INAIL. L’INAIL risarcisce il danno biologico, cioè la lesione all’integrità psicofisica del dipendente avvenuta durante una qualunque attività lavorativa svolta per l’azienda il cui ammontare è calcolato secondo una “tabella delle menomazioni”. L’indennizzo (che spetta all’INAIL dal 5° giorno in poi dall’infortunio) è pari al 60% della media giornaliera fino ai 90 giorni e al 75 % se dura oltre. In caso di inabilità permanente eroga una rendita e in caso di morte corrisponde una rendita ai familiari e una tantum per assegno.