Il licenziamento è sempre una delle situazioni che una persona potrebbe affrontare anche in maniera tutt’altro che legittima, quindi occorre sempre prendere in considerazione la possibilità di potersi affidare a un avvocato esperto che permette di evitare che la situazione possa peggiorare irrimediabilmente.
Scopriamo ora cosa cambia con il Jobs Act.
Licenziamento Jobs Act e le tutele
Il licenziamento, in passato, spesso veniva utilizzato come arma dei datori di lavoro anche per fare un torto a un dipendente che, magari, per quanto ottimo nel suo ruolo, non aveva un rapporto perfetto con il datore di lavoro.
Ecco quindi che, vista tale situazione e le tante situazioni che hanno caratterizzato il nostro Paese, nasce il concetto di licenziamenti illegittimi per Jobs Act.
Ma cosa significa questo?
Qualora si parli di licenziamento illegittimo, nullo, discriminatorio o in forma orale, così come se il dipendente viene dichiarato non idoneo a lavorare per problematiche fisiche o psichiche non reali oppure il fatto per cui viene licenziato non sussiste, questo ha diritto al reintegro e/o al risarcimento commisurato in base al numero di giorni che trascorrono dal licenziamento fino al reintegro e in base all’ultima retribuzione mensile e agli anni di anzianità lavorativa.
Licenziamento Jobs Act con meno di 15 dipendenti
Quando si parla dei licenziamenti illegittimi per Jobs Act occorre anche fare riferimento al caso in cui l’impresa che decide di adottare questo comportamento abbia meno di 15 dipendenti.
In tal caso il dipendente che viene fatto oggetto del licenziamento ha completamente il diritto di impugnare questo genere di provvedimento, specialmente nel momento in cui si presume che le motivazioni che hanno comportato tale azione non abbiano basi ben precise.
Inoltre, in questo caso, il datore di lavoro viene anche intimato dal giudice del lavoro nel reintegro immediato di quel lavoratore entro tre giorni dalla decisione intrapresa dallo stesso giudice, oppure di emettere un rimborso per danni morali subiti dal dipendente.
Risarcimento danni per licenziamento illegittimo Jobs Act
Quando ci si rivolge a un professionista per ottenere un risarcimento, quindi all’avvocato del lavoro è possibile ottenere una serie di benefici e quindi dei risarcimenti che permettono allo stesso dipendente di poter evitare problemi economici dovuti dalla perdita del posto di lavoro.
Nel caso di azienda dove i dipendenti sono meno di 15, le opzioni che vengono proposte al datore di lavoro sono due: la prima di queste consiste, come già detto, nel reintegro entro tre giorni dal provvedimento giudiziario.
Questo vuol dire che, seppur tu sia stato licenziato ovviamente per motivi senza causa, dovrai tornare a occupare lo stesso ruolo che hai svolto fino a prima del licenziamento.
In caso contrario, il datore di lavoro ti deve corrispondere dalle due alle sei mensilità in base al numero di dipendenti, lavoro svolto da parte tua e altri aspetti che contraddistinguono il tuo contratto.
Queste possono inoltre essere incrementate a dieci o venti a seconda degli anni di anzianità maturati.
Se invece l’azienda ha più di quindici dipendenti, l’avvocato del lavoro può suggerirti di richiedere il risarcimento qualora si parli di licenziamento illegittimo, come quello nullo o discriminatorio: in questo caso hai diritto alla reintegra oltre al risarcimento massimo di 12 mensilità lorde, oppure puoi chiedere la sostituzione del diritto di reintegra con un risarcimento di 15 mensilità lorde, ma considera che optando per questa decisione il rapporto di lavoro con quell’azienda è da considerarsi concluso.
Se viene licenziato per motivi economici inesistenti oppure potevi essere punito per motivi disciplinari con una sanzione conservativa invece che il licenziamento per un tuo comportamento scorretto, hai diritto a un risarcimento pari a 4 mensilità e superiori a 24, da stabilirsi dal Giudice.
Se invece il licenziamento è viziato da un errore di forma, magari poiché nella lettera è assente il motivo della decisione dell’impresa, in questo caso avrai diritto ad un risarcimento stabilito tra 2 e al massimo 12 mensilità lorde.
In queste circostanze, però, non hai diritto al reintegro aziendale.
Ricorso Licenziamento illegittimo Jobs Act con l’avvocato Federica Barbiero
Qualora tu debba svolgere un ricorso per licenziamento, allora affidati all’avvocato per il licenziamento Federica Barbiero, il cui obiettivo è quello di farti tornare all’interno dell’azienda o comunque ottenere quel risarcimento per l’illegittimità del licenziamento che hai subito.
La situazione che presenti viene accuratamente analizzata dall’avvocato, il cui compito è quello di capire se, effettivamente, vi sono le condizioni e le prove materiali per il licenziamento ed eventualmente procedere con una serie di operazioni, come il ricorso al Tribunale del Lavoro, affinché tu venga tutelato e possa sfruttare tutti gli aspetti che hanno il compito di proteggere i lavoratori che possono essere licenziati senza giusta causa.
Pertanto, grazie a questa professionista, potrà tornare a lavorare o comunque ottenere un rimborso in tempistiche brevi, senza potenziali ripercussioni.
Licenziamenti illegittimi per Jobs Act a Torino – info dall’avvocato Federica Barbiero
Cosa prevede il Jobs Act in caso di licenziamento?
Nella maggioranza dei casi di licenziamento, il Jobs Act prevede a favore del lavoratore in oggetto un indennizzo esclusivamente economico, che viene calcolato a seconda dell’anzianità di servizio. La tutela reintegratoria invece rimane in caso di licenziamento discriminatorio, nullo o comunicato per via orale. Infine, per quanto riguarda i licenziamenti disciplinari, è prevista un’indennità variabile a seconda dei casi, mentre il reintegro è previsto solo ed esclusivamente nel caso venga dimostrata in giudizio l’insussistenza del fatto che avrebbe provocato il licenziamento.
Quali sono i licenziamenti illegittimi?
Se ti stai chiedendo quali siano i licenziamenti illegittimi, devi innanzitutto tenere a mente che il datore di lavoro non può licenziare senza giusta causa o giustificato motivo.
Per giusta causa s’intende un comportamento del dipendente che non consenta la prosecuzione del rapporto di lavoro nemmeno in via provvisoria (uno fra tutti, il furto sul luogo di lavoro), mentre il giustificato motivo può essere oggettivo (ad esempio, la mancanza di lavoro) o soggettivo (ad esempio, gravi negligenze da parte del lavoratore).
Anche alcuni vizi di forma possono rendere il licenziamento illegittimo.
Quando si configura un licenziamento illegittimo?
Il licenziamento illeggittimo si configura quando non sussiste una giusta causa, cioè una motivazione legata a problematiche oggettive e soggettive dell’azienda, come gravi inadempienze sul lavoro o l’impossibilità di fare fronte agli impegni economici.
In particolare, sono considerati illegittimi i motivi legati alla razza, al sesso, all’orientamento sessuale, alle credenze politiche o religiose, cioè tutti quegli aspetti che riguardano la sfera personale di ogni persona e non influiscono sulle abilità lavorative.
Quando il datore di lavoro che ha illegittimamente licenziato un lavoratore può decidere invece di riassumerlo di dargli una somma di denaro come risarcimento del danno?
Qualora un datore di lavoro avesse illegittimamente licenziato un dipendente, la legge gli consente di riassumerlo dandogli una somma di denaro come risarcimento del danno. Infatti, la legge 300/1970 con l’articolo 18 (c.d “Statuto dei Lavoratori”) prevede che un lavoratore assunto con un contratto a tempo indeterminato, in caso di licenziamento ha il diritto di essere integrato nuovamente nel proprio ruolo, e al tempo stesso di ottenere un risarcimento, calcolato sulla base delle giornate lavorative perse. L’indennizzo viene corrisposto in caso di licenziamento considerato nullo o inefficace.