Il dipendente di un’azienda non può essere licenziato dalla mattina alla sera dal proprio datore di lavoro senza un motivo valido. I motivi per i quali è possibile licenziare un lavoratore nel nostro ordinamento riguardano, ad esempio, problemi economici che impediscono la prosecuzione del rapporto (giustificato motivo oggettivo), il comportamento negligente del lavoratore o il mancato rispetto degli obblighi contrattuali (giustificato motivo soggettivo) e il licenziamento senza giusta causa che trattiamo in questa sede.
Ma in Italia è consentito il licenziamento senza giusta causa? E se succede, quale tutela ha il lavoratore?
Cos’è il licenziamento senza giusta causa
Per parlare di licenziamento senza giusta causa è necessario capire cosa significa giusta causa e soprattutto quale motivo consente all’imprenditore di interrompere il rapporto di lavoro.
In via generale, la giusta causa è quell’evento che ostacola la continuazione del rapporto di lavoro e che viene rappresentato da una serie di comportamenti scorretti o gravi inadempienze contrattuali che fanno venire meno la fiducia del datore. Parliamo del caso tipico del dipendente che viene sorpreso a navigare sui social o a rubare materiale in deposito. Ma nello specifico, la legge elenca in modo tassativo i motivi per i quali è possibile licenziare per giusta causa, e sono:
- il falso infortunio, la falsa malattia del lavoratore o il comportamento ostativo alla propria rapida guarigione
- l’assenza dal posto di lavoro per almeno 4 giorni senza giustificato motivo, il farsi firmare il cartellino da un collega o l’abuso di permessi retribuiti ai sensi della Legge 104
- il rifiuto del lavoratore a trasferirsi in un’altra città o a eseguire una determinata prestazione di lavoro
- comportamenti penalmente rilevanti ma estranei all’attività lavorativa che mettono in dubbio la lealtà del lavoratore
- sabotaggio, furto, insubordinazione, perdita dei presupposti per la cassa integrazione, violazione del patto di non concorrenza, danno al patrimonio della società e l’insubordinazione.
Cosa fare in caso di licenziamento senza giusta causa
Se pensi di essere stato licenziato senza giusta causa perché non hai posto in essere alcuna delle condotte sopra indicate, cosa puoi fare? Il primo passo è quello di contattare un avvocato del lavoro” per dare inizio a una causa in tribunale.
Prima di procedere in questa direzione, il lavoratore dovrà:
- inviare con raccomandata a/r o via Pec una lettera al proprio datore di lavoro con cui lo avvisa di voler impugnare il licenziamento;
- presentare istanza di impugnazione entro il termine di 60 giorni dalla data in cui si riceve la lettera di licenziamento, per poi depositare il ricorso nella cancelleria del tribunale entro i 180 giorni successivi.
Il lavoratore, entro i 180 giorni dall’invio della raccomandata al datore, può esperire un tentativo di conciliazione presso l’ispettorato del lavoro competente per territorio.
Licenziamento senza giusta causa per le aziende con meno di 15 dipendenti
Se il licenziamento senza giusta causa è dichiarato illegittimo, il lavoratore ha diritto a essere indennizzato. Per i dipendenti assunti dopo il 7 marzo 2015, cioè dopo l’entrata in vigore del Job Act, all’interno di aziende con meno di 15 dipendenti, è previsto un indennizzo che varia da un minimo di 3 a un massimo di 6 mensilità calcolate sulla base dell’ultima busta paga, oltre alla possibilità di essere reintegrati nel posto di lavoro con le stesse mansioni precedenti.
Se il dipendente è stato assunto prima dell’entrata in vigore del Job Act, si applica l’art. 18 dello Statuto dei lavoratori, secondo il quale il dipendente di un’azienda con meno di 15 lavoratori che è stato licenziato senza giusta causa ha due alternative: essere riassunto entro 3 giorni oppure ottenere un risarcimento che può andare da un minimo di 2,5 mensilità a un massimo di 6.
Ricorso per licenziamento senza giusta causa davanti al giudice, in appello o in Cassazione: affidati con fiducia all’avvocato Federica Barbiero
Esperito inutilmente il tentativo di conciliazione, viene presentato il ricorso contro il licenziamento senza giusta causa presso la cancelleria del tribunale competente per territorio, e cioè quello in cui ha sede l’azienda.
Il giudice fissa la prima udienza nella quale le parti vengono invitate a comparire entro 40 giorni. Tramite il suo avvocato per il licenziamento, il dipendente comunica al datore la data fissata per l’udienza almeno 25 giorni prima. Una volta ascoltate le parti, il giudice decide con ordinanza per accogliere o rigettare il ricorso proposto dal lavoratore.
Contro la decisione del giudice è possibile presentare opposizione entro 30 giorni dalla data della notifica, allegando le memorie difensive. In questo caso, il giudice fissa una nuova udienza per la comparizione delle parti entro 60 giorni e anche in questo caso il ricorrente dovrà comunicare la data alla controparte almeno 30 giorni prima. Il giudice potrà rigettare o accogliere il ricorso decidendo con sentenza dopo aver sentito le parti, eventuali testimoni e aver valutato le prove.
Ricorso in appello e in Cassazione: ecco come procedere
Se la parte soccombente vuole presentare ricorso presso la Corte d’appello, ha 30 giorni dalla data della notifica della sentenza di primo grado. Entro i successivi 60 giorni si tiene l’udienza innanzi alla Corte e la stessa deciderà con una nuova sentenza. Contro la decisione del giudice dell’appello è possibile ricorrere in Cassazione entro i 60 giorni dalla notifica della decisione. In quest’ultimo caso, la Suprema Corte fissa una nuova udienza entro 6 mesi e la sua decisione diventa definitiva e inappellabile.
Se pensi di aver subito un licenziamento senza giusta causa per il quale ritieni di dover essere reintegrato nel tuo posto di lavoro e di ottenere un idoneo risarcimento, affidati all’esperienza e alla competenza dell’avvocato Federica Barbiero: insieme troverete la strategia giusta per veder riconosciuto il tuo diritto e ottenere quello che ti spetta.
Licenziamenti senza giusta causa a Torino – info dall’avvocato Federica Barbiero
Cosa spetta al lavoratore licenziato senza giusta causa?
Se tu volessi sapere cosa ti accadrebbe nel caso venissi licenziato senza giusta causa, ti annuncio subito che tale comportamento è vietato ed illegale. Infatti la legge prevede e stabilisce espressamente la motivazione del licenziamento e soprattutto che tale motivazione corrisponda ad una giusta causa o giustificato motivo, quindi non un motivo arbitrario e falso.In caso di licenziamento senza giusta causa, il lavoratore dipendente ha sempre il diritto al reintegro sul luogo di lavoro e ad una indennità, pari alle mensilità intercorse tra il licenziamento e lo stesso reintegro.
Chi viene licenziato per assenza ingiustificata ha diritto alla disoccupazione?
Se un dipendente viene licenziato per assenza ingiustificata, si parla di giusta causa, in quanto non è presente sul luogo di lavoro quando era prevista la sua occupazione, senza aver richiesto un permesso accordato.
Tuttavia, essendo un licenziamento involontario, cioè attribuito all’arbitrarietà del datore di lavoro, spetta al dipendente la disoccupazione e quindi è possibile avviare l’iter per ottenere quella che viene comunemente definita NASPI.
Questo se non sono state presentate dimissioni.
Quando si può licenziare un dipendente con contratto a tempo indeterminato?
In seguito alla modifica dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, per stabilire quando si può licenziare un dipendente con contratto a tempo indeterminato, si devono verificare tre casi: la giusta causa, un giustificato motivo oggettivo e soggettivo. Il primo riguarda fatti gravi commessi dal dipendente che portano al venire meno del rapporto lavorativo. Il giustificato motivo oggettivo in genere è rappresentato da un provvedimento disciplinare a seguito di comportamenti scorretti del dipendente. Infine, nei motivi oggettivi rientrano le crisi aziendali o riassetti organizzativi che richiedono una riduzione del personale.
Quante mensilità in caso di licenziamento?
Ci si può chiedere a quante mensilità si ha diritto in caso di licenziamento. E’ da specificare che è possibile impugnarlo nel caso in cui il esso sia illegittimo. La quantificazione dell’indennizzo dipende da fattori come la data di assunzione, le dimensioni dell’azienda e i motivi della rottura del contratto di lavoro. Il licenziamento è illegittimo nel caso in cui la ragione non è né una condotta negligente del dipendente né una scelta organizzativa ed economica del datore. In caso di motivazione assente, per i lavoratori di aziende con più di 15 dipendenti assunti prima del marzo 2015, la tutela indennitaria corrisponde tra le 12-24 mensilità mentre per aziende più piccole corrispondono tra le 2-6 mensilità. In caso di assunzione dopo del marzo 2015, in caso di piccole aziende l’indennità è tra le 3-6 mensilità e per grandi aziende tra le 6-36 mensilità.