Il contratto a tempo determinato molto spesso rappresenta fonte di preoccupazione e ansia per il lavoratore, visto che fissando una data di fine al rapporto di lavoro non permette di avere la serenità che si ha invece con un contratto a tempo indeterminato.
Con il contratto a tempo determinato si è sempre sotto la pressione del rinnovo del contratto e infatti paventare il mancato rinnovo è il principale strumento paventato dal datore di lavoro in caso di comportamenti non graditi.
Quello che spesso non viene detto però è che viene paventato il mancato rinnovo perché il licenziamento in caso di contratto a tempo determinato può avvenire solo in casi rarissimi, anche se succede che venga purtroppo usato come minaccia o deterrente nei confronti dei lavoratori.
Quando è legittimo il licenziamento con contratto a tempo determinato
Come accennato, il licenziamento se si ha un contratto di lavoro a tempo determinato è molto raro e spesso non conviene nemmeno al datore di lavoro intraprendere la procedura di licenziamento, limitandosi a non rinnovare il contratto alla scadenza di questo.
Questo perché la legge permette il licenziamento dei lavoratori a tempo determinato solo in due casi, entrambi particolarmente gravi.
Il primo è il licenziamento per giusta causa, il più grave tra i licenziamenti cosiddetti disciplinari.
Si tratta infatti di un comportamento del lavoratore di gravità tale da compromettere in maniera definitiva il rapporto di fiducia tra lo stesso e l’azienda.
Esempi di giusta causa sono ad esempio l’aggressione o le minacce nei confronti di colleghi o del datore di lavoro stesso, furto ai danni dell’azienda o divulgazione di segreti aziendali allo scopo di arrecare danno all’azienda.
Il secondo è una fattispecie estrema del licenziamento per giustificato motivo oggettivo, vale a dire quello in cui la prestazione del lavoratore si rende impossibile in quanto sopraggiunge un evento inevitabile quale ad esempio potrebbe essere la cessazione del ramo d’azienda.
Si capisce come in questo caso ad essere colpiti non siano solo i lavoratori con contratto a tempo indeterminato ma bensì tutto il personale dell’azienda.
Cosa fare in caso di licenziamento contratto a termine
Tenendo bene a mente che i casi in cui si può venire licenziati con un contratto a termine sono limitati a quelli esposti, la cosa da fare nel caso in cui si dovesse verificare l’eventualità del licenziamento è rivolgersi ad un avvocato del lavoro per capire insieme se ci siano gli estremi per ricorrere contro il licenziamento illegittimo ed ottenere il risarcimento previsto dalla legge, pari agli emolumenti non percepiti dal momento del licenziamento fino alla scadenza naturale del contratto.
Licenziamento con contratto a tempo determinato a Torino – info dall’avvocato Federica Barbiero
Cosa succede se mi dimetto da un contratto a tempo determinato?
Se decidessi di presentare le dimissioni da un contratto a tempo determinato prima della scadenza dello stesso, devi concedere all’azienda per cui lavori dei giorni di preavviso; quest’ultimi variano a seconda del contratto collettivo nazionale della propria categoria lavorativa. Tuttavia, nel caso non fosse possibile dare il preavviso, il datore di lavoro ha la facoltà di trattenere dalla busta paga o dal Tfr una somma a titolo risarcitorio.
Quando può avvenire la risoluzione anticipata del contratto a termine?
Se ti stai chiedendo quando può avvenire la risoluzione anticipata del contratto a termine, devi innanzitutto tenere in considerazione che si tratta di casi davvero eccezionali.
Sia il datore di lavoro sia il lavoratore, infatti, possono uscire anticipatamente da un contratto a termine solo in presenza di una giusta causa, ossia di una situazione che renda assolutamente impossibile il proseguimento del rapporto di lavoro.
La giurisprudenza in genera interpreta in maniera molto restrittiva il requisito della giusta causa (vi rientra, ad esempio, il furto sul luogo di lavoro).
Cosa prevede il contratto a tempo determinato?
Sapere cosa prevede il contratto a tempo determinato è fondamentale, se si è alla ricerca di un lavoro stabile. Questa tipologia di contratto, infatti, presenta una durata prestabilita, dunque consente di sottoscrivere un rapporto di lavoro con una data di scadenza. Generalmente il limite massimo di un contratto a tempo determinato è pari a ventiquattro mesi, salvo specifiche eccezioni previste dalla legge. Un lavoratore che viene assunto con un contratto a tempo determinato ha gli stessi diritti di un lavoratore che sottoscrive un contratto a tempo indeterminato.
Quanti giorni di preavviso per dimissioni contratto tempo determinato part time?
Il lavoratore che ha stipulato un contratto a tempo determinato, anche se part time, non può recedere dal contratto posto in essere, deve rispettare la scadenza naturale del contratto.
Questo vincolo non grava solo sul dipendente ma anche per il datore di lavoro, anche qualora dovessero sussistere problemi di produzione o di organizzazione aziendale.
L’unica alternativa, senza incorrere in penali, è riferita alla casistica di dimissioni per giusta causa che avviene ad effetto immediato e senza necessità di preavviso.