Se sei stato vittima di un licenziamento individuale o, al contrario, desideri mettere in atto tale procedura, in questo articolo troverai tutti i dettagli per operare a norma di legge in entrambi i casi.
Giustificazioni del licenziamento individuale
Per licenziamento individuale si intende un atto nel quale è il datore di lavoro a sciogliere unilateralmente il contratto, ma non senza prima aver giustificato l’azione secondo uno dei seguenti parametri.
- Licenziamento per giusta causa
La procedura per il licenziamento individuale per giusta causa avviene quando il dipendente assume uno o più comportamenti considerati ingiustificabili e pertanto non rende possibile continuare la collaborazione per il datore di lavoro.
- Licenziamento per giustificato motivo oggettivo e soggettivo
Per licenziamento per motivo oggettivo si intende quando l’azienda versa in condizioni economiche negative e non può più provvedere al pagamento dello stipendio dei dipendenti, mentre per soggettivo ci si riferisce a degli inadempimenti appurati secondo uno degli articoli del contratto di lavoro, che il datore ritiene essersi verificati nel tempo.
- Licenziamento per riduzione del personale
Se l’azienda sceglie una politica di ridimensionamento, potrebbe operare una scelta secondo l’anzianità e i carichi di famiglia, optando per il licenziamento di alcuni dipendenti piuttosto che di altri.
- Licenziamento discriminatorio
Un licenziamento discriminatorio basa le sue ragioni non su un comportamento scorretto del dipendente, bensì su motivazioni di tipo razziale, sessuale, religioso o politico.
Tuttavia, la dimostrazione della discriminazione è a carico del lavoratore qualora volesse far valere le proprie motivazioni.
- Licenziamento Verbale o orale
Qualora il licenziamento non fosse comunicato nella forma scritta, così come prescrive la legge, questo viene definito inefficace se espresso solo in forma verbale.
In tal caso il dipendente danneggiato ha la possibilità di presentare ricorso ed eventualmente richiedere la reintegrazione.
- Licenziamento per matrimonio
Per quanto riguarda le nozze, la legge distingue l’uomo e la donna. Quest’ultima, infatti, non può essere licenzia dalla richiesta delle pubblicazioni fino a un anno dopo le nozze.
- Licenziamento per maternità/paternità
È fatto divieto al datore di lavoro di licenziare una donna per maternità, considerando un periodo che va dall’inizio della gestazione fino a un anno di vita del bambino.
Pertanto, ogni atto di questo genere viene considerato nulla.
Per quanto concerne il padre, questo non può essere licenziato per tutto il congedo di paternità che gli spetta per legge.
- Inidoneità alla mansione
Secondo l’ordinanza 9158 del 21.03.2022, è il datore di lavoro che deve dimostrare la validità di questa motivazione nel caso in cui decida di usarla per un licenziamento, altrimenti il provvedimento viene considerato nullo.
Se ci si trova in una simile condizione, ricorrere a un avvocato esperto come Federica Barbiero potrebbe essere la mossa giusta per far valere le proprie ragioni nelle sedi competenti.
- Licenziamento del dirigente
Secondo l’art. 2118 c.c., sia il datore sia il dirigente possono recedere in forma anticipata dal contratto.
Tuttavia, nel caso in cui sia il datore di lavoro a prendere la decisione, serve che sussista una giusta causa o un motivo oggettivo affinché il licenziamento non sia impugnabile da parte del dirigente.
Il licenziamento ad nutum
Dal latino Secondo la volontà, questo tipo di licenziamento non prevede che le motivazioni siano fornite dal datore in forma scritta, andando di fatto in contrasto con l’articolo l’art 2118 c.c, che di fatto prescrive il contrario.
Pertanto, tale modalità non può essere utilizzata con tutte le tipologie di lavoratori, ma solo per alcune specifiche categorie.
Si tratta ad esempio dei lavoratori in prova che ancora non sono stati assunti in forma ufficiale, i collaboratori domestici, alcuni dirigenti ma sempre fornendo un minimo preavviso a norma di legge, coloro che hanno un’età pensionabile ma ancora non sono andati in pensione e per gli sportivi che agiscono da professionisti.
I presupposti del licenziamento individuale
Per poter procedere con un licenziamento individuale, che preveda una delle motivazioni citate fino a questo momento, non è necessario utilizzare una forma standard ma è sufficiente qualsiasi atto scritto.
Questa operazione non è necessaria nel caso in cui si parli di lavoratori in prova, domestici o persone in via di pensionamento, oltre che per gli sportivi professionisti.
Se il dipendente non è parte di queste categorie, è necessario fornire la motivazione, che deve essere per giusta causa, oggettiva o soggettiva, ma non discriminatoria, legata alla maternità o al matrimonio.
Come impugnare il licenziamento individuale con l’avvocato Federica Barbiero
Nel caso in cui fossi stato licenziato in maniera ingiusta o tu abbia bisogno di vedere chiaro sulle motivazioni, il suggerimento è di rivolgerti a un esperto avvocato per il licenziamento come Federica Barbiero, che saprà accoglierti nel suo studio e seguirà la pratica dall’inizio alla fine, facendo ricorso alla sua competenza in termini legislativi e al continuo aggiornamento che viene eseguito.
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Quali sono i motivi oggettivi di licenziamento?
Oggigiorno, il tema del licenziamento è sempre più scottante data la sua importanza.
Pertanto, quali sono i motivi oggettivi di licenziamento?
Innanzitutto, un’azienda può licenziare oggettivamente un suo dipendente a causa di una ridefinizione del lavoro derivante da una crisi economica: il datore di lavoro non riesce a sostenere gli stipendi dei vari lavoratori e deve operare una scelta.
Inoltre, anche l’inserimento di nuove tecnologie che sostituiscono il lavoro umano è tra i motivi oggettivi di licenziamento, così come l’esternalizzazione della catena produttiva, ossia l’affidamento ad una ditta esterna di parte della produzione che permette al datore di lavoro di pagare un importo totale inferiore rispetto a quello dedicato ai dipendenti interni.
Quali sono i tipi di licenziamento?
Per quanto concerne le motivazioni legate alla condotta del dipendente, esiste il licenziamento per giusta causa e quello per motivi soggettivi.
Per quanto riguarda invece le questioni legate alla salute economica e alla gestione dell’azienda, è possibile procedere con un licenziamento individuale o collettivo per motivi oggettivi.
In linea generale, quindi, dividiamo i tipi di licenziamento in quelli disciplinari e quelli legati al sopraggiungere di condizioni negative, che non consentono di mantenere l’organico a pieno regime.
Quali sono i casi di legittimo licenziamento individuale?
Il licenziamento individuale di un dipendente è considerato legittimo nel caso in cui il motivo scatenante la rescissione del contratto rientra tra le giuste cause o giustificati motivi, creando così situazioni che compromettono gravemente il rapporto datore di lavoro-dipendente. Tra le giuste motivazioni ci sono i casi in cui il dipendente si presenta ubriaco, rimane assente in modo ingiustificato, supera il periodo di assenza per malattia, danneggia o ruba materiale o attrezzature sul luogo di lavoro, si presenta ripetutamente in ritardo, tiene comportamenti scorretti verso il datore o i colleghi o si rifiuta di trasferirsi in un’altra filiale o sede.
Quale legge disciplina i licenziamenti individuali?
Quando si parla di licenziamento, una domanda che ci si potrebbe porre consiste nel sapere quale legge disciplina i licenziamenti individuali.
In questo caso si parla della legge 604/1966 che, appunto, indica tutti gli aspetti che riguardano il licenziamento individuale: i vari dettagli vengono riportati e permettono, eventualmente, di procedere con l’impugnazione di tale licenzimento da parte del dipendente che ha subito appunto tale licenzimento da parte dell’impresa stessa.
Pertanto occorre fare riferimento a tale legge per scoprire le varie informazioni sul licenziamento.