Quando si parla di mobbing si intende “una condotta lesiva nei confronti del lavoratore che si protrae nel tempo. Questo tipo di comportamento viene identificato come una lesione che avviene nel campo professionale o sessuale, morale, psicologico e fisico, da parte di un superiore nell’ambito lavorativo“. La legge considera questo comportamento, un reato. Per evitare che si verifichi questa situazione “è necessario tutelare sia l’integrità fisica del lavoratore, sia la sua personalità“. Anche il datore di lavoro avrà delle responsabilità, qualora l’atto lesivo non dipenda direttamente da lui, ma da un suo dipendente. Il datore di lavoro infatti, può essere colpevole dell’inerzia verificata nella rimozione del fatto lesivo.
Caratteristiche del mobbing sul luogo di lavoro
Chi fa mobbing, è chiamato mobber. Si tratta di un soggetto che si comporta in maniera scorretta e lesiva nei confronti di un lavoratore. Spesso si identifica in una persona con il quale si sono verificati conflitti di tipo grave. Spesso però, questo comportamento viene messo in atto quando si verifica un sentimento di invidia verso chi dimostra di essere più bravo nel lavoro svolto o perché sia riuscito a fare carriera più velocemente rispetto all’altro.
- Il processo di mobbing inizia cercando di isolare il soggetto, limitando la sua libertà di espressione, interrompendola o scrutandola negativamente, criticandola senza alcun legittimo motivo. Questi atti sono finalizzati infatti, a ledere la sua dignità.
- Un altro comportamento che distingue il mobbing è l’isolamento sistematico che colpisce i bisogni dell’essere umano, come la socializzazione ed il distinguersi per un ruolo ricoperto nella scala sociale. Per cui, chi fa mobbing, potrebbe pensare di trasferire la persona in un luogo isolato, facendo divieto di rivolgere la parola a lui oppure ignorandola.
- Si può anche verificare il caso in cui vi sia un cambiamento delle mansioni insensato. Per cui se un superiore revoca i compiti che un lavoratore ricopre, assegnandone altri senza alcun senso specifico, che siano lesivi nei suoi confronti e che il carico delle mansioni commissionate sia continuo di incarichi e di richieste senza alcun senso, si ricade nel mobbing.
- Gli attacchi contro la reputazione del lavoratore possono rivelarsi nocive. Per cui mettere in giro false voci, calunnie vere e proprie e pettegolezzi, può essere classificato come un vero e proprio atto di mobbing.
- In ultimo ma non di minore importanza, il mobbing comprende le minacce che riguardano la sfera fisica, verbale e sessuale.
Tutti questi aspetti sono finalizzati a creare uno stato di inquietudine ma soprattutto di insicurezza nella persona, accentuando la sfiducia in se stessa, creando stati di ansia e depressione.
Ma come rimediare?
In primo luogo per difenderti dal mobbing, bisogna saperlo dimostrare e questo non è assolutamente un aspetto semplice. Poiché non c’è una vera e propria disciplina legislativa volta a far valere questo diritto, bisogna ricorrere all’orientamento giurisprudenziale adottato in queste situazioni. Andrà dimostrato di aver subito violenze, quale danno è stato prodotto dalla condotta lesiva nella tua sfera personale, dimostrare il nesso di causalità tra ciò che si è subito ed il danno originato, l’intento persecutorio che il mobber ha prodotto nei tuoi confronti.
La Cassazione nel 2017 ha rilevato con precisione che “il mobbing si manifesta anche con comportamenti ostili seriali e ripetuti, per un periodo di almeno sei mesi e specifica che l’intento persecutorio si origina nella volontà di nuocere, sminuire un lavoratore ed infastidirlo, con l’obiettivo di allontanarlo dal luogo di lavoro”. Va dimostrato di aver sostenuto spese che riguardino assistenza fisica e psicologica, dovuta allo stato di inquietudine manifestato. Bisognerà documentare le spese del medico che ha rilevato questa patologia e collagare malessere psicologico e fisico al luogo di lavoro. Per cui andranno prodotti certificati riguardo i giorni di malattia presi dal lavoro, e che questi siano finalizzati alla cura della patologia. Altro passo importante è interpellare dei testimoni, generalmente altri colleghi di lavoro. Si tratta di una difficile operazione, poiché pochi vorranno mettersi contro il datore di lavoro od un superiore.
Si dovrà documentare qualsiasi comportamento lesivo nei tuoi confronti. Per cui andranno verificati tutti i demansionamenti, richiedendo certificazioni e motivazioni per iscritto e anche se queste verranno negate, è bene continuare a chiederlo fino ad una risposta. Conserva email, messaggi, offese e calunnie sui social network e qualsiasi altro segnale che possa essere riconosciuto come un atto persecutorio. Ricorda: la legge nel caso delle prove, non riconosce valida la registrazione vocale di alcune conversazioni.
Difendersi dal mobbing è possibile ma non è semplice. In primo luogo, cerca di ripartire da te stesso recuperando autostima rivolgendoti ad uno psicologo. Cerca il sostegno in famiglia e dagli amici. A volte può accedere che sia anche la famiglia a darti contro, ed è per questo che si parla di doppio mobbing. Bisogna anche aprirsi agli altri e riuscire a chiedere un aiuto, dopo aver verificato cosa effettivamente ti succede. Sono tanti gli sportelli di aiuto per i mobbizzati a tua disposizione. Il consiglio è anche quello di affidarsi a loro. Non precluderti la possibilità di cambiare lavoro o di prendersi un periodo di aspettativa o di riposo, o valutare il trasferimento. Quest’ultimo in particolare, può rivelarsi utile per risolvere i problemi all’origine. Secondo il codice di procedura civile, l’art.700 permette il ricorso urgente in tribunale. È utile valutare anche questa opportunità.
Denunciare questi atti è molto importante poiché permette di far uscire allo scoperto la situazione ed evitare di vivere da solo questo inferno. In questo modo potrai abbandonare la sensazione di fallimento e vergogna che chi è soggetto a mobbing prova. È bene studiare un’arma che sia efficace e potente, dichiarando dinanzi ai propri colleghi ciò che si sta subendo o dichiarare inizialmente in forma anonima su tv e giornali questa situazione. Passo importante è affidarsi ad un avvocato che riesca a garantire la legalità di tutte le azioni che andranno a verificarsi.
Per quanto riguarda il risarcimento danni per il mobbing, poiché non esiste alcuna legge su questo caso, sarà possibile tentare di far riconoscere i danni subiti come lavoratore nella sfera patrimoniale e personale.