Se hai ricevuto una cartella esattoriale ma non sei sicuro di doverla pagare per il timore che sia finita in prescrizione, in questo articolo ti forniremo tutti i dettagli utili per leggerla nella maniera corretta e procedere eventualmente come dovuto a norma di legge.
Rivolgersi a un professionista del settore significa corrispondere le somme se dovute e regolarizzare la propria posizione con l’Agenzia delle Entrate, così che in futuro non si abbiano problemi di mora e interessi.
Scopri tutto quello che c’è da sapere e, nel caso in cui sorgessero problematiche, affida la pratica all’Avvocato Federica Barbiero, che con la sua esperienza e i continui corsi di aggiornamento saprà consigliare l’approccio migliore.
Cos’è una cartella esattoriale
Una cartella esattoriale è un atto giudiziario che viene notificato al cittadino, il quale contiene al suo interno un importo da pagare e una mora per il mancato rispetto dei tempi previsti inizialmente.
La documentazione allegata deve contenere tutte le indicazioni per completare l’iter di pagamento, compreso il bollettino o il sito web sul quale provvedere al versamento della somma tramite bonifico.
Inoltre, viene inserito un tempo entro il quale pagare, così da non dover procedere con il pignoramento di eventuali beni che sono di proprietà del contribuente per riscuotere il credito.
Per quanto riguarda il tipo di richiesta, una cartella esattoriale contiene le spese dovute agli enti previdenziali, allo Stato, oppure tasse sui redditi, sulle macchine o sul catasto.
Inoltre, ad essere soggette a mora possono essere anche le multe e le sanzioni stradali, che passano ad Equitalia nel caso in cui non siano saldate quando previsto.
La cartella esattoriale viene ricevuta tramite raccomandata ufficiale o indirizzo pec, poiché deve essere presente un tracciamento per notificare l’avvenuta ricezione.
Vediamo quindi quando è necessario pagare prontamente o meno se la richiesta è andata in prescrizione; allora è possibile impugnarla, ricorrendo a un avvocato esperto in materia come Federica Barbiero.
Quando vanno in prescrizione le cartelle esattoriali
Le cartelle esattoriali vanno in prescrizione quando non sono state notificate nei tempi previsti e pertanto non scaduti di fatto i termini per poter richiedere il pagamento di ogni genere di tributo.
I tempi sono chiaramente diversi a seconda del tipo di tassa, passando da 3 a 10 anni in base alla sua categoria.
Andare in prescrizione significa perdere il valore esecutivo della cartella, quindi non verranno pignorati beni e non si procederà per altre vie nel caso in cui il denaro richiesto non venisse versato.
Successivamente non sarà possibile avanzare alcuna pretesa.
Il ricorso delle Cartelle Equitalia dovrà però essere eseguito da una figura autorizzata presso la Commissione Tributaria Competente, dopo aver ricevuto un avviso di intimazione che non si considera giusto.
Quali sono i termini di prescrizione di una cartella di pagamento
La prescrizione delle cartelle esattoriali avviene in tempi diversi a seconda del tipo di tributo che viene richiesto.
Se si tratta di un imposta Tari, Tarsu, Tasi e Imu, allora si prevede un lasso di 5 anni prima di vedere decadere l’onere, secondo l’art. 2948 c.c.
Anche per quanto concerne l’INPS, la prescrizione si attiva al termine dei 5 anni, pertanto se vi viene richiesto ancora l’importo è il caso di indagare e di chiedere un accertamento, operazione che può essere fatta da un professionista nel giro di poco tempo.
Per quanto concerne le imposte erariali, come l’IVA, l’IRAP e l’IRPEF si passa da 5 a 10 anni, anche se si tratta di un termine fortemente dibattuto nell’ambito della giurisprudenza.
Per le sanzioni stradali, si torna ai canonici 5 anni, ma solo a partire dalla notifica del verbale e non dal giorno nel quale è stata fatta la multa.
Infine, per quanto riguarda gli interessi tributari, si rimane sullo stesso range di 5 anni, secondo l’articolo 20 del 3 decreto legislativo n. 472/1997.
Cosa fare per la prescrizione di una cartella esattoriale con l’avvocato Federica Barbiero
Se ti trovi in una situazione di questo genere, l’Avvocato Federica Barbiero saprà accompagnarti in questo iter oppositivo e aiutarti a ottenere una posizione pulita presso l’Agenzia delle Entrate.
Al momento della ricezione dell’avviso, via pec o raccomandata a seconda della modalità scelta, è possibile contattare lo studio e prendere un appuntamento di persona.
Verrai accolto in uno studio serio e professionale, ricevendo una consulenza ad hoc per le tue esigenze e venendo seguito dall’inizio alla fine del procedimento.
Assicurati quindi di non dover più pagare alcuna mora e che l’invio e la notifica della richiesta sia avvenuto come previsto dalla legge.
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Quando vanno in prescrizione le notifiche?
Se vuoi sapere quando va in prescrizione la notifica di una cartella esattoriale, devi sapere che devono trascorrere 5 anni nel caso di imposte come IMU, TARI, TASI o TARSU.
Anche parlando di imposte di registro i termini sono gli stessi, a decorrere però dal giorno in cui sarebbe dovuta avvenire la registrazione che è stata omessa.
Da quando decorre la prescrizione della cartella esattoriale?
Le cartelle esattoriale vanno in prescrizione in un arco temporale che varia dai 3 ai 10 anni, in base alla tipologia di debito, a patto che non ci sono stati atti idonei all’interruzione della prescrizione.
La decorrenza della suddetta prescrizione inizia dopo che sono trascorsi 60 giorni dalla notifica del pagamento da effettuare; di solito il mezzo scelto per notificare una cartella esattoriale è la PEC o una Raccomandata A/R. Non sempre però bisogna attendere la decorrenza dei 60 giorni, nel caso in cui il contribuente dovesse impugnre la cartella esattoriale il nuovo termine inizierebbe a decorrere dopo che la sentenza è passata in giudicato.
Quando vanno in prescrizione i debiti con l’Agenzia delle Entrate?
I debiti con l’agenzia delle Entrate derivanti da tassazioni a cadenza annuale, secondo la recente giurisprudenza che fa leva sull’articolo 2948 del codice civile, vanno in prescrizione dopo 5 anni.
Tuttavia, per far valere la prescrizione, è necessario che il contribuente eccepisca una formale eccezione al fine di impedire che l’ente agisca per il recupero coattivo; nel caso specifico, se trascorrono 5 anni senza che l’Agenzia delle Entrate provveda ad interrompere i termini della prescizione, il contribuente può avvalersi della richiesta di sgravio che lo esenta dall’obbligo di versare la somma di denaro richiesta.
Come si fa a capire se una cartella esattoriale è prescritta?
Come si può capire se è stata ricevuta una cartella esattoriale prescritta? Per farlo è sufficiente individuare la data della sua notifica e calcolare le tempistiche utili per provvedere al suo pagamento: se i termini sono superati, allora la cartella esattoriale è andata in prescrizione (dieci anni per le imposte dovute all’Erario, cinque per quelle dovute agli enti locali). É molto importante fare attenzione a eventuali intimazioni a pagare in quanto potrebbero interrompere i termini della prescrizione.