Sempre più spesso si sente parlare di mobbing sul lavoro, ma di cosa si tratta, quando e come puoi presentare una denuncia?
Il mobbing consiste in una serie di comportamenti volti a denigrare, offendere, svilire sistematicamente il lavoro di un dipendente o di un collega. La Corte di Cassazione ha stabilito che non ogni comportamento di tal genere può essere inquadrato nel mobbing, ma i comportamenti devono essere uniti, connessi da un unico scopo che può essere ad esempio isolare, indurre al licenziamento, demansionare, evitare una promozione al collega. Il risultato è che il dipendente vive in uno stato perenne di stress e viene isolato dal contesto lavorativo.
In relazione al demansionamento, occorre ricordare che non ogni affidamento di mansioni inferiori rispetto all’inquadramento contrattuale può essere considerato mobbing perché l’articolo 2103 del codice civile prevede casi specifici in cui è possibile affidare al lavoratore mansioni differenti e sotto-inquadrate rispetto a quelle contrattuali. Nella maggior parte dei casi il lavoratore che subisce atti di mobbing accusa anche un disagio psicologico che si protrae al di fuori del contesto lavorativo e in molti casi arriva al punto di lasciare il posto di lavoro e spesso è proprio questa la finalità di coloro che esercitano il mobbing. Come fare per difendersi?
Perseguire il mobbing in Italia è piuttosto difficile, o quanto meno richiede una perizia particolare, molto dettagliata, perché non vi è una fattispecie normativa che disciplina il mobbing, a differenza di ciò che, invece, accade negli altri paesi dell’Unione Europea. Questo implica che il giudice deve di volta in volta capire se i comportamenti dei soggetti denunciati per mobbing possano ricadere nella violazione di altre norme di diritto che nel loro insieme vadano a costituire una condotta unitaria e ricadente nel mobbing. Essendo una questione molto delicata e non di semplice definizione, la prima cosa che devi fare se pensi di essere vittima di mobbing è recarti da un avvocato specializzato in diritto del lavoro.
Raccontando i fatti, costui sarà in grado di individuare se vi è violazione di norme e quindi suggerire i successivi comportamenti da tenere. Nella maggior parte dei casi ti sarà chiesto di annotare tutti i comportamenti che ritieni lesivi della tua dignità o che ti causano malessere. Molto importante è stabilire l’incidenza della condotta, quindi se i colleghi ogni giorno ti prendono in giro o il datore di lavoro ti offende, è necessario annotarlo. La Corte di Cassazione ha stabilito che non integra il reato il comportamento tenuto per 2-3 giorni, anche se di fila, deve trattarsi di un atteggiamento costante.
Devono essere annotate anche tutte le mansioni che sono state richieste e che non rientrano nel proprio profilo di lavoro, in questo casa l’avvocato potrà stabilire se ci sono gli estremi per agire contro il mobbing oppure se il demansionamento rientra nei casi ammessi dal codice civile. È bene conservare anche eventuali conversazioni tramite mail, whatsapp o altri mezzi e che possano essere prova della condotta che si assume lesiva della propria dignità.
Nel caso in cui dal mobbing siano derivati disagi tali da richiedere delle cure mediche, è possibile allegare anche i certificati medici rilasciati dall’ASL, da specialisti o in ospedale. Questa fase è molto importante perché il lavoratore deve provare la condotta del soggetto mobbizzante, deve provare i danni subiti e il nesso causale tra tali comportamenti e il danno.
In caso di mobbing oltre alla violazione dell’articolo 2103, cioè il demansionamento, è possibile configurare anche la responsabilità extracontrattuale prevista dall’articolo 2043 del codice civile. In questo caso si assume che il datore di lavoro abbia violato il divieto di neminem ledere, cioè il divieto di causare ad altri un danno ingiusto. Inoltre, si può configurare la violazione dell’articolo 2087, sempre del codice civile, che stabilisce l’obbligo del datore di lavoro di tutelare l’integrità del lavoratore, non solo dal punto di vista fisico, ma anche dal punto di vista psichico.
Dal punto di vista pratico prima di proporre una denuncia, viene consigliato di presentare una lettera di diffida, della quale è bene conservare una copia. Con questa comunichi al datore di lavoro che alcuni comportamenti ti stanno causando dei danni e che potresti far valere la responsabilità degli stessi in via giudiziaria. Se nonostante la diffida il comportamento non cessa puoi agire in via giudiziaria. Se le condotte integrano anche ipotesi di reato penale, ad esempio nel caso in cui vi siano anche molestie sessuali o violenze fisiche, è possibile agire in sede penale, cioè denunciare il reato e costituirsi parte civile.
Non essendovi una normativa specifica per il mobbing, di volta in volta, in base alle norme che il giudice assume siano state violate, applicherà le sanzioni previste. Si può ottenere il risarcimento del danno patrimoniale, ad esempio inerente alle spese sostenute per le visite mediche, la perdita di chance o di guadagno, ad esempio relativo al non essere stati promossi quando in realtà si poteva ottenere la promozione, e il danno non patrimoniale, ad esempio il danno alla salute fisica e psichica.