Il lavoratore dichiara di aver fatto lavoro straordinario ma all’azienda non risulta; come fare a non pagare gli straordinari.
Lamentarsi degli straordinari non pagati è un vero problema. Questo infatti, coinvolge molti lavoratori assunti in aziende, dove vi è almeno un minimo di ore di straordinario previsto per legge. Molti sono i lavoratori che lamentano lunghe giornate di lavoro con una retribuzione minima e degli straordinari neanche a parlarne. Alcuni cercano di far valere il proprio diritto con delle prove certe, altri no. Ma come potrà il lavoratore difendersi da queste accuse? Come sarà possibile scindere ciò che è dovuto ai lavoratori e cosa invece non lo è? Cosa accade in questi casi?
Regolamentazione del lavoro straordinario
Bisogna dire che il lavoro straordinario viene disciplinato dalla legge italiana nel Codice Civile (articolo 2108). Si tratta del prolungamento del normale orario di lavoro, così come viene stabilito dai contratti collettivi di lavoro. Questo tipo di prestazione viene compensato dando una maggiore retribuzione rispetto a quella dovuta per l’ordinario orario di lavoro. L’aumento andrà fatto sulle ore di straordinario previsto, visto che si tratta di una prestazione di tipo eccezionale. Queste sono previste nella misura massima di quarantotto ore a settimana, comprese le quaranta dettate dalla legge. È necessario dire che in un anno le ore di straordinario non potranno superare le duecentocinquanta. Nel caso in cui vengano superati questi numeri, il datore di lavoro potrà incorrere in sanzioni amministrative.
Se il dipendente sostiene che siano state svolte più ore di lavoro ma il datore non trova traccia di queste ore di straordinario, cosa può succedere? Il dipendente potrà denunciare questo fatto agli organi competenti, previa dimostrazione che il lavoro svolto non sia stato adeguatamente ricompensato.
Parere della Corte di Cassazione
La Corte di Cassazione sul caso, conferma che il lavoratore dovrà dimostrare con delle prove concrete che il lavoro sia stato svolto, con delle testimonianze o dei registri di presenze che dimostrino l’orario di entrata e di uscita. È necessario quindi, che il dipendente si rivolga in primis al sindacato, all’ispettorato del lavoro oppure potrà decidere di interpellare un avvocato del lavoro, per capire come muoversi e se sarà necessario agire in giudizio contro il suo datore di lavoro.
Come fa il datore di lavoro a non pagare gli straordinari a Torino
Il datore di lavoro dovrà necessariamente far valere le sue ragioni in giudizio, illustrando dai registri di presenza e dalle testimonianze, che le ore di straordinario che il dipendente dichiara di non aver ricevuto in busta paga, siano inesistenti e che facciano parte di una realtà distorta. Sarà necessario andare in giudizio. In questo modo si potranno chiarire la posizioni del magistrato circa l’esito. Nel caso in cui il lavoratore abbia ragione oppure no, il magistrato non potrà esprimere alcun un giudizio, a meno che non vi siano delle prove certe e documentate nelle sedi opportune.
Una possibile alternativa al giudizio
Il datore di lavoro però, potrebbe percorrere un’altra strada: quella del non aver nulla a pretendere.
Nel caso in cui si dimostri che non vi è traccia di lavoro in più svolto dal dipendente e si è ormai in causa, potrà decidere di far dichiarare questa formula, specificando a quali diritti il lavoratore andrà a rinunciare. Si tratta di una transazione dal chiaro oggetto, con lo scopo di porre fine alla lite tra l’azienda e quindi il datore di lavoro, e il dipendente.
Il non aver nulla a pretendere come viene visto dalla Cassazione?
La Suprema Corte di Cassazione regolamenta questo tipo di atto, descrivendo nel dettaglio ciò a cui il lavoratore potrà rinunciare, firmando il non aver nulla a pretendere. Il giudice quindi accertarsi che, con questo documento e con altre circostanze, il dipendente sia stato consapevole nell’aver firmato, senza dover più transigere su questi diritti. Quando manca questa firma, non è possibile rivalersi a clausole similmente denominate, poiché queste saranno considerate come vere e proprie clausole di stile, senza alcun valore specifico. In questo caso quindi, il dipendente potrà rivalersi in giudizio contro il suo datore di lavoro.
La Corte di Cassazione inoltre, chiarisce che con il non aver nulla pretendere, il dipendente avrà ricevuto una certa somma di denaro preventiva e che non avrà altro su cui agire, poiché sarà anche consapevole di ciò che gli spetta e di ciò su cui avrà trattato. In questo caso, andare in giudizio potrebbe rivelarsi inutile.