Lo straordinario è una prestazione lavorativa che supera le normali quaranta ore settimanali, come stabilisce la legge italiana. Si tratta di ore aggiuntive rispetto al normale lavoro. Questo prevede una maggiorazione del compenso mensile spettante al dipendente, che viene liquidato in busta paga.
Chi stabilisce l’orario di lavoro e verifica quali sono straordinari e quali rientrano nelle normali ore obbligatorie? Sarà il contratto collettivo dei lavoratori che andrà a limitare al datore di lavoro la possibilità di modifica dell’orario. In questo modo sarà solo lui a poter redistribuire le quaranta ore stabilite da contratto e così anche gli straordinari, previsti anche questi dai contratti collettivi nazionali.
Come richiedere lo svolgimento del lavoro straordinario
Quando vi è la richiesta di svolgere del lavoro straordinario, quindi il datore di lavoro ritiene che sia necessaria la presenza di alcuni dipendenti oltre il normale orario di lavoro, bisogna tener conto di diversi fattori, onde evitare che il lavoro straordinario non sia ben regolamentato e quindi contestabile. In primo luogo, il datore di lavoro dovrà rifarsi al contratto collettivo nazionale dei lavoratori, agendo secondo queste regole. Accade però, che dopo aver svolto alcune ore in più, i dipendenti potranno decidere di mettere in piedi un contenzioso con il proprio datore di lavoro. Bisogna tener d’occhio diversi fattori onde evitare questo inconveniente e agire in modo corretto verso l’azienda e il datore di lavoro.
Il ruolo della busta paga nella contestazione del lavoro straordinario a Torino
È importante valutare in primo luogo, la correttezza delle buste paga erogate. È questa la prova regina che certifica quante ore in più vengono svolte dal dipendente, poiché vi sarà una voce specifica relativa agli straordinari. In questo modo i conteggi vengono eseguiti precisamente, senza lasciare spazio ad equivoci del genere. Il lavoro straordinario però, richiede più attenzione. Dimostrare ciò che viene richiesto viene anche retribuito, spetta al datore di lavoro. Sarà lui a dover documentare che un certo dipendente abbia lavorato più del dovuto?
Quali prove vengono prodotte durante la contestazione
Il lavoratore che resta in azienda a lavorare oltre il normale orario stabilito, ha diritto ad un aumento della retribuzione, previa dimostrazione delle ore in più lavorate. Si tratta di una richiesta rigorosa poiché il lavoratore oltre ai dati precedentemente indicati, dovrà indicare il numero delle ore precise e i giorni relativi. Questa prova è possibile esibirla in giudizio. Vi è la possibilità di allegare agli atti registri presenze, dove sarà possibile verificare l’orario di ingresso ma anche di uscita del dipendente dal luogo di lavoro.
Una delle prove utilizzate molto spesso, sono le testimonianze. Vengono chiamati a rilasciare una dichiarazione in conformità delle regole processuali, i dipendenti, colleghi che abbiano assistito al lavoro straordinario. Anche i familiari possono essere chiamati in giudizio a testimoniare, qualora abbiano accompagnato il lavoratore in azienda e l’abbiano poi recuperato a fine giornata, oppure che abbiano la contezza precisa delle sue abitudini. A testimoniare inoltre, potranno essere chiamati tutti quelli che possano testimoniare che un certo dipendente abbia lavorato di più rispetto al normale orario di lavoro stabilito dal contratto collettivo nazionale.
Se il datore di lavoro avrà scritto egli stesso le ore di straordinario svolte dal dipendente, non servirà ad invertire l’onere probatorio, in quanto sarà sempre il dipendente a dimostrare che il lavoro sia stato effettivamente svolto. E sarà colui che agirà in giudizio.
Quando manca una quantificazione certa delle ore di lavoro, il giudice non sarà in grado di determinare il conteggio esatto per liquidare la retribuzione che spetta al lavoratore.
Orientamento della Cassazione
La Cassazione in questo caso ha dichiarato che quando vi è da definire la retribuzione del lavoro straordinario, non è possibile rifarsi a giudizi di equità quando non vi sono le prove. Per questa ragione non sarà mai liquidata la retribuzione dello straordinario in modo insufficiente, rispetto alle ore di lavoro che avrà svolto effettivamente. Il lavoratore, se vorrà una maggiorazione nella retribuzione dello straordinario a lui spettante, dovrà dimostrare con precisione quante ore in più ha lavorato e la qualità del lavoro che avrà svolto.
La busta paga corretta
Le buste paga contengono il computo di ore di straordinario minime che vengono retribuite. Ciò non viene fatto in base alla realtà, ma si tratta di una valutazione forfettaria. Tutto ciò che esula dal minimo va provata in modo certo. Si tratta di una clausola che viene inserita nel normale contratto di lavoro, dove vi sarà una minima cifra retributiva riconducibile agli straordinari. È nota come patto di forfetizzazione e viene stabilita dai contratti collettivi nazionali di categoria.
Risulterà invece come illegittima, la clausola dove il datore di lavoro quantifica una certa entità massima di straordinari da pagare. Si tratta in questo caso di un accordo che andrebbe a ledere il lavoratore, in quanto sarebbe costretto a rinunciare alla retribuzione a lui spettante, quando le ore svolte vanno a superare il limite stabilito in contratto.